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Scontro legale sulla villa confiscata: proprietari presentano un esposto per occupazione abusiva

Cieri: “Casa occupata da estranei”. E sulla confisca a ottobre decide la Cassazione

Un esposto per occupazione abusiva. Lo hanno presentato i quattro proprietari della villa di via dei Bontempi, oggetto di un’annosa vicenda legale.
Risale al 10 agosto 2012 il provvedimento di confisca della villa di località Incoronata, alla periferia nord di Vasto, a seguito di un’inchiesta condotta nel 2010 da magistratura e forze dell’ordine. Poi un complesso iter giudiziario in cui “la Cassazione ha annullato la confisca, il provvedimento è stato nuovamente applicato con diverse motivazioni stabilite dalla Corte d’Appello e ora, dopo un nuovo ricorso che abbiamo presentato, attendiamo per ottobre la definitiva pronuncia della Cassazione”, spiega l’avvocato Fiorenzo Cieri che, insieme ai suoi colleghi Giovanni Cerella, Antonello Madeo e Danilo Leva, rappresenta i quattro nipoti della coppia titolare dell’abitazione “nella loro qualità di terzi proprietari in buona fede dell’immobile” di via dei Bontempi, “formalmente intestato” agli autori dell’esposto attraverso un “atto di donazione dei nonni materni”.
A maggio, il Comune di Vasto aveva annunciato che l’immobile sarebbe diventato una struttura di accoglienza per minorenni. Ma il procedimento giudiziario non è ancora terminato. E i proprietari, di recente, passando davanti alla casa, hanno notato che non è più disabitata.

L’ESPOSTO
Gli autori dell’esposto ricordano che è in corso “un lungo e controverso iter giudiziaro (culminato anche in una pronuncia di annullamento della Suprema Corte) ad oggi non ancora concluso e che vedrà il proprio esito innanzi alla Suprema Corte di Cassazione, la cui udienza è fissata per il 18 ottobre 2019. In tale udienza la Suprema Corte è chiamata a decidere sulla legittimità del titolo di acquisto della proprietà sull’immobile confiscato “La questione afferente la confisca dell’immobile, pertanto, è ancora sub judice, essendo state acquisite prove nuove e sopravvenute mediante indagini difensive”.

“Inoltre l’immobile confiscato detiene al suo interno tutti i beni personali degli esponenti, che non sono mai stati restituiti e che non sono mai stati messi nelle condizioni di avere indietro, come l’arredamento dele proprie camere da letto, il vestiario, biancheria, suppellettili, monili, eccetera”. I quattro giovani proprietari ” sono venuti a conoscenza che l’immobile è abitato da altre persone che utilizzano, oltre che l’immobile stesso, nonostante la questione non sia ancora definita, anche tutto quanto è al suo interno, compresi indumenti, biancheria, elettrodomestici, suppellettili, mobilio, eccetera, mai restituiti agli aventi diritto e non oggetto di confisca”. Affermano i proprietari che “tutti i beni posti all’interno dell’abitazione vengono oggi illegittimamente utilizzati da terzi, non essendo mai stati restituiti ai legittimi proprietari”.
I “beni mobili non sono mai stati restituiti”, “nonostante non sono mai stati oggetto di confisca, mentre il fabbricato con provvedimento datato 10 agosto 2012 era stato dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla Criminalità organizzata, destinato al Comune di Vasto, il quale lo avrebbe dovuto destinare ad una strutturta pubblica temporanea per accoglienza per i minori. Oggi, invece, l’immobile risulta occupato da soggetti maggiorenni di entrambi i sessi e nelle more della decisione della Suprema Corte” e “sussiste – affermano gli autori dell’esposto – anche il pericolo che i beni immobili ivi esistenti possano essere esportati e/o danneggiati”. Per questo, chiedono alla Procura di Vasto di “verificare la legittimità della procedura di reimpiego dell’immobile in corso”.

 

Fonte: zonalocale.it