Omicidio colposo, primario di Urologia a giudizio per la morte dell’isernino Daniele Skerletic
Lo ha stabilito il gup del tribunale di Biella. Il decesso del 40enne avvenne presso l’ospedale di Ponderano. Ad assistere la famiglia l’avvocato Leva
BIELLA/ISERNIA. Omicidio colposo, lesioni gravissime e falso: il primario del reparto di Urologia dell’ospedale di Ponderano Stefano Zaramella sarà processato per la morte dell’isernino Daniele Skerletic.
Lo ha stabilito il gup del tribunale di Biella al termine dell’udienza preliminare. Si va in Aula dunque per accertare, al di là di ogni ragionevole dubbio, se il 40enne molisano fu vittima di caso di malasanità.
Il decesso dell’uomo risale all’agosto del 2016 e le indagini partirono un anno più tardi, a seguito della denuncia che il padre presentò presso la Procura di Vasto.
Daniele, sulla sedia a rotelle fin da adolescente perché investito da un’auto della polizia, nel novembre 2014 venne ricoverato presso l’ospedale di Vasto a causa di una piaga da decubito, per poi essere dimesso poco dopo con la diagnosi di vescica neurologica e di infezione urinaria. Di qui l’inizio di una serie di cure che lo condussero, nel gennaio del 2016, a un nuovo ricovero. Una situazione progressivamente peggiorata, fino a che i medici non diagnosticarono un’infezione da trattare con l’asportazione di un rene e la contestuale ricostruzione di parte della vescica. E consigliarono il trasferimento presso una struttura sanitaria di più elevata specializzazione, quale il ‘Careggi’ di Firenze.
Il 40enne venne così dimesso dal nosocomio vastese, ma mai accettato nell’ospedale fiorentino. Dopo 26 giorni trascorsi in casa tra dolori lancinanti, accudito giornalmente da infermieri, venne ricoverato presso il presidio ospedaliero di Ponderano, in provincia di Biella. E solo lì, a seguito di una tac, fu accertato come fosse affetto da un carcinoma spinocellulare che partiva dalla vescica. Dal 28 giugno al 13 luglio 2016, il giovane fu sottoposto a tre interventi, ma la situazione era ormai troppo grave e il 7 agosto successivo sopraggiunse il decesso.
Un’indagine lunga e complessa, con tutte le difficoltà legate al fatto di muoversi in un ambito strettamente medico. La Procura alla fine è riuscita a ottenere il rinvio a giudizio del primario di Urologia, nonostante la perizia disposta in fase di incidente probabatorio – di fatto – lo scagionò.
Ad assistere la madre e il fratello di Skerletic è l’avvocato del Foro di Isernia Danilo Leva. La famiglia, nelle varie fasi delle indagini preliminari, si è avvalsa anche della consulenza del medico legale Nicandro Buccieri.
Fonte: www.isnews.it