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Inchiesta sui morti Covid in Molise: il gip archivia il caso

Il procedimento era nato a seguito delle denunce sui presunti dati non veritieri riguardo i posti letto in Terapia Intensiva. Tra gli indagati Giustini, Toma e Florenzano

CAMPOBASSO. Inchiesta sui morti Covid in Molise: il gip del Tribunale di Campobasso Roberta D’Onofrio ha disposto questa mattina l’archiviazione del procedimento nato a seguito delle denunce sui presunti dati non veritieri riguardo la consistenza dei posti letto di Terapia Intensiva.

Denunce che vennero presentate nel marzo del 2021 da Camilla Caterina riferite, tra le altre “alla morte di una paziente dopo 30 ore di attesa al pronto soccorso del Cardarelli di Campobasso”.

Lo scorso mese di gennaio il procuratore Nicola D’Angelo aveva chiesto l’archiviazione del caso, in quanto a suo avviso “gli accertamenti del Nas e la consulenza tecnica hanno permesso di dimostrare che i dati comunicati dalla Regione Molise, con riferimento ai numeri del posti letto in Terapia Intensiva erano corretti”.

Per quanto riguarda invece il caso della paziente deceduta, il pm ha rilevato che “la donna era in attesa di essere ricoverata nel reparto di Malattie Infettive del Cardarelli e che le gravi patologie croniche antecendenti l’infezione da Covid ne controindicavano il trattamento in Terapia Intensiva”. Pertanto il pm ha concluso che “la vicenda in questione non riguardava il numero di posti in Terapia Intensiva”.

Ma a tale decisione, come noto, si sono opposti i legali del comitato ‘Verità e dignità vittime Covid’ Vincenzo Iacovino e Andrea Ruggiero.

Ora la decisione del gip. A suo avviso l’opposizione all’archiviazione proposta da Camilla Caterina e Francesco Mancini, presidente del comitato, risulta “non accoglibile per l’infondatezza della notizia di reato e per la non pertinenza degli approfondimenti investigativi richiesti”.

Sette gli indagati nel procedimento che si è chiuso questa mattina. Tra loro l’ex commissario alla Sanità del Molise Angelo Giustini (assistito dai legali Danilo Leva e Giuseppe Stellato) il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano (assistito dall’avvocato Mariano Prencipe) e il governatore Donato Toma (assistito dall’avvocato Giuliana Terzano).

Tra le varie ipotesi di reato figurava anche l’epidemia colposa. Ma per il gip mancano i requisiti oggettivi richiesti. “La condotta penalmente rilevante nel reato di epidemia – evidenzia – consiste nella diffusione di germi patogeni che cagioni sia la concreta manifestazione collettiva di una malattia contagiosa in un ingente numero di persone, nello stesso momento, in un territorio vasto, sia il pericolo di ulteriore propagazione del morbo tra la popolazione”. In pratica le condotte contestate agli indagati nulla hanno a che fare con questo tipo di reato.

“Siamo molto soddisfatti dell’esito di questo primo procedimento – ha detto l’avvocato Leva che, insieme al collega Stellato si occupa della difesa dell’ex commissario Giustini – Il gip ha infatti accolto quelle che erano le nostri tesi. Questa vicenda è la cartina al tornasole di uno dei mali principali della società Italiana: il panpenalismo. Molto spesso si cercano attraverso il diritto penale risposte che invece vanno cercate su piani distinti”.

 

Fonte: isNews